Franco Moccagatta

Franco Moccagatta

L’UOMO DEL CHIAMATE ROMA 3131, IL GIORNALISTA GARBATO

di Massimo Emanuelli

FRANCO MOCCAGATTA

Franco Moccagatta è stato un grandissimo giornalista radiofonico, il suo nome è legato alla famosissima trasmissione Rai Chiamate Roma 3131. Eppure ben pochi sanno (o ricordano) che Moccagatta fu anche uno dei pionieri delle radio private (Radio Montestella di Milano) e delle televisioni private: condusse infatti La posta di Tam su TeleALtoMilanese, poi lavorò a Radio Derby, quindi a Tv Derby e poi a Tvm66 con Il salotto di Franco Moccagatta, programma che si trasferì nella seconda metà degli anni ’80 su Bergamo Tv.

moccagATTA COPERTINA LIBRO 2Francesco Moccagatta, detto Franco, nacque ad Alessandria il 13 febbraio 1926, si laureò in lettere e in farmacia. Iniziò la propria carriera come giornalista della carta stampata, lavorò per la casa editrice Pedrocchi, scrisse per il periodico TELETUTTO della Mondadori diretto da Luciano Pedrocchi, scrisse anche per la rivista Il muschiere. Poi prese la decisione di lasciare un posto sicuro per concentrare la sua attività sul mezzo radiofonico. Così scrisse in suo libro di memorie: “mi dimisi dalla Mondadori lasciando il certo per l’incerto”. Moccagatta si avvicinò casualmente alla radio, chiamato da Jula de Palma che lo volle come autore del programma BONJOUR TRISTESSE,  l’esordio ai microfoni avviene nello stesso anno quando conduce con Gianni Boncompagni e Maria Pia Fusco il varietà E’ primavera, incentrato sui problemi delle nuove generazioni. Nel 1964 Moccagatta cura i testi per altre trasmissioni moccagatta boncompagni(fra cui Accadde una mattina, rubrica mattutina di cinque minuti di cui era anche conduttore, nel corso dei quali Moccagatta leggeva poesie e raccontava la vita di uomini illustri). Franco fu anche un apprezzato pittore, nel 1968 venne organizzata da Enzo Cortina una mostra e Milano,   Nel 1965 Moccagatta propose a Leone Piccioni un il programma LE VOCI DEL MATTINO che iniziò l’1 gennaio, si trattava di una trasmissione nella quale i noti personaggi del mondo artistico e culturale intervenivano liberamente introducendo i programmi mattutini, di cui lo stesso Moccagatta fu più volte protagonista. LE VOCI DEL MATTINO durò per tre stagioni, Moccagatta intervistò 777 personaggi.   Per la prima volta, in una radio da sempre “registrata” si era aperto il microfono per trasmettere dal “vivo” il mai trasmesso, ossia discorsi liberi e improvvisati, e, di conseguenza, imprevisti e imprevedibili. Il personaggio, nelle sue chiacchierate, faceva riferimento sia alla trasmissione precedentemente andata in onda sia a quella seguente fungendo, in tal modo, da legame. L’AMICO DEL MATTINO iniziò il 13 novembre 1966, il primo ospite fu Ugo Gregoretti. per 777 giorni, pari a 111 settimane. Così ricordava nel suo libro 3131 PRIMA E DOPO lo stesso Moccagatta: “in 777 gironi, pari a 111 settimane, ho assistito altrettanti personaggi. Stavamo in una delle “scantinate” salette del Centro di Produzione di via Asiago. Eravamo a contatto con i reali problemi giornalieri di una stazione radio. Per le più svariate quanto normali ragioni di ordine pratico (un disco in meno, un servizio del Giornale Radio in più, il dilatarsi di una pubblicità), lo spazio o intecapedine di compensazione fra i programmi risultava continuamente variabile. Gli “interventi” del personaggio erano stati posti proprio in quegli spazi. Talvolta lo spazio mancava, il personaggio taceva; altre volte lo spazio, simile a fisarmonica, si restringeva o si dilatava meno o più del previsto, quindi il personaggio era costretto a parlare, affettandosi o dilungandosi. Capitò che l’ospite si ammalasse, o dovesse improvvisamente assentarsi, moccagatta discorimanevo solo a parlare. Le reazioni telefoniche aumentavano”.  Gli ascoltatori alla fine de L’AMICO DEL MATTINO telefonavano alla Rai desiderosi di salutare l’ospite che aveva appena parlato, complimentarsi, porgli domande. Le centraliniste, alle quali nessuno aveva impartito istruzioni, ignoravano a quale numero “interno” passare la comunicazione. Del resto sarebbe stato loro tecnicamente impossibile perchè sia l’ospite che Moccagatta erano privi di “interno” e quindi irraggiungibili telefonicamente. Alla fine gi scoltatori telefonavo alla Rai desiderosi di salutare l’ospite che aveva parlato complimentarsi, porgli domande. Le centraliniste, alla quali nessuno aveva impartito istruzioni ignoravano a quale numero “interrno” passare le telecomunicazioni. Del resto sarebbe stato loro tecnicamente impossibile perchè sia l’ospite sia Moccagatta erano privi di “interno” e quindi irraggiungibili telefonicamente. Ricordava Moccagatta: “al che feci presente che al personaggio sarebbe occorso parecchio personale con relativo numero da poter dare in trasmissione. Le lentezze e gli ostacoli burocratici resero lunga la lotta. Infine vennero assegnati apparecchio e numero. L’apparecchio era speciale. Si potevano soltanto ricevere telefonate, farle no. Economia, il numero era 380067 Come presi a comunicarlo al microfono, le telefonate diluviarono. Una dietro l’altra, senza interruzione. A parte gli interventi, si passava la mattinata rispondendo al telefono. Chi telefonava? Lo stesso strato di persone che poi, per logica continuità, avrebbero alimentato in seguito il 3131. Il 380067 era già, in sostanza, il 3131. Con la differenza che non andava in onda. Riferivo a viale Mazzini quanto telefonicamente avveniva già in via Asiago. Dapprima mi guardavano come uno che esagerava, che magari inventava, registrati il materiale telefonico, lo feci ascoltare, insistetti. Proposi una trasmissione col telefono, citai le stazioni estere, ove già erano in atto programmi del genere. Ottenni un risultato. Ogni sabato si cominciò a trasmettere, registrato, un programma di 15 minuti che andavo incidendo e montando giorno per giorno. Si intitolava 380067, partiva una sigla musicale, poi uno speaker annunciava Franco Moccagatta presenta il 380067selezione delle telefonate ricevute durante la settimana“. Frattanto l’esigenza di un ampio programma radio-telefonico era avvertita ed espressa dal pubblico. Leone Piccone e Luciano Rispoli furono i funzionari che decisero di dare il via ad un programma con le telefonate dei radioascoltatori.

Fu in questo ambito che maturò l’idea di un telefono a cui gli ascoltatori potessero chiamare per comunicare opinioni o richieste: nel 1968 nacque così una trasmissione settimanale di 15 minuti, Il 380067, nella quale  presentava Moccagatta la selezione delle telefonate ricevute e registrate nel corso della settimana. Da qui a Chiamate Roma 3131 il passo fu breve,

L’esigenza di un ampio programma radio telefonico era avvertita ed espressa dal pubblico. Leone Piccioni (direttore dei programmi radiofonici dal 1967) Luciano Rispoli (capo servizio) furono i due personaggi che compresero ciò appieno, ai quali si dovette la realizzazione del 3131. Quando partì CHIAMATE ROMA 3131 i radioascoltatori ritrovarono un vecchio amico. Maurizio Riganti e il vice capo servizio, Enzo Marchetti il funzionario. Alle riunione di impostazione della trasmissione con i dirigenti della radio partecipa come responsabile e curatrice del nascente programma Loredana Rotondo. Il meccanismo si mette in moto. Ninì Perno viene invitata a lasciare l’incarico di assistente di Federico Sanguigni (regista di GRAN VARIETA’).  “Finalmente decretarono come sarebbe stata la trasmissione. Le persone, dunque, avrebbero chiamato per porre disparate domande. A ogni telefonata-quesito avrebbe risposto un qualificato esperto con una mini selezioncina, il richiedente, al termine della stessa, avrebbe ringraziato e chiuso. Però, se l’intera trasmissione si fosse articolata in tal modo quelli della sezione culturale avrebbe potuto insorgere e pretenderla. Sicchè occorreva il tocco rivistaiolo, affinchè essa restasse di competenza del settore al quale era stata assegnata (rivista e varietà). Il “rivistaioleggiamento” lo avrebbero fornito, sempre nelle intenzioni dirigenziali, la scapigliatura di Boncompagni e soprattutto i quiz, si sarebbero chiamati gli utenti scegliendoli a caso dagli elenchi telefonici di tutta Italia. Al chiamato si sarebbe sottoposto un facile quiz ridanciano-canoro, che gli avrebbe consentito di vincere un giradischi o un apparecchio per la filodiffusione. Boncompagni e una fresca voce femminile avrebbero condotto i quiz. Personalmente sarei stato il passa-telefonate fra l’utente e l’esperto.”

Il 7 gennaio 1969 fu chiamato a far parte della prima equipe del programma accanto a Gianni Boncompagni e Federica Taddei. CHIAMATE ROMA 3131 è un caposaldo della storia della radio in Italia, fu il programma che avviò la convergenza dei media, facendo del telefono uno degli strumenti di lavoro della radio ed uno dei protagonisti del palinsesto radiofonico. Con questa trasmissione si inaugurò l’era del “da dove chiama?”   CHIAMATE ROMA 3131 fu il termometro altamente significativo ai cambiamenti che si stavano verificando nel costume italiano. All’inizio le telefonate riguardavano argomenti e consigli su questioni medico-scientifici, poi si iniziò a sconfinare su versanti insidiosi della psicologia e nelle sfere più intime del privato, della morale, della sessualità. Ricorda ancora Moccagatta: “La trasmissione ebbe successo. La gente voleva parlare, intervenire, riconoscersi. Da sempre sedeva passiva in silenzio. Seduta e muta leggeva il giornale, vedeva la tv, ascoltava la radio: una radio scritta, censurata, incontrollata, letta e registrata: una radio comunicante non l’immediato ma il mediato. A una simile radio aveva ascoltato, non più differenziandoli, annunciatori e politici, attori e cantanti, intervistatori e intervistati, presentatori ed esperti, lettori del Giornale Radio e moderatori. Aveva ascoltato, in un unico pastone, che spiegava, esortava, inneggiava, commentava, dichiarava, stigmatizzava, elevava, plaudeva, caldeggiava e prometteva. Era satura. Altrove nello stesso ambito del sacro, la compartecipazione già si attuava;  se la gente compartecipava alla Messa con il sacerdote, perchè non avrebbe potuto compartecipare con il conduttore a una trasmissione”.  Fausto Antonini, piscologo, era sicuramente l’esperto che meglio caratterizzava il 3131 di Moccagatta.

Per la prima volta la radio divenne una voce amica presso la quale cercare non solo conforto o l’immediata soluzione dei singoli casi umani, ma più profondamente una rassicurante certificazione della propria stessa esistenza. Dopo sarebbe venuto di tutto, e infatti il 3131 fu anche il padre delle radio “private” dove Moccagatta successivamente lavorò. Dopo che Boncompagni e la Taddei furono allontanati e sostituiti da Luca Liguori, Moccagatta conferì alla trasmissione un’impronta conservatrice di stampo etico-cattolico che, nonostante le frequenti cadute nel sentimentalismo e nella retorica, rese il personaggio molto popolare e amato dal pubblico.   Moccagatta restò alla guida del programma fino al 1971, narrandone poi l’esperienza nel libro 3131 prima e dopo uscito nel 1972 per i tipi delle edizioni Caimes, libro che dedicò ad Enzo Ferrari, di cui era molto amico.   Franco Moccagatta fu anche sceneggiatore di un Carosello televisivo per la Cynar.    Moccagatta fu il primo a mandare in onda le telefonate dei radioascaltori in Italia, dapprima preregistrate, poi filtrate, come si fa oggi: prima si chiama l’emittente radio o tv, poi l’emittente richiama, onde non avere sorprese conserva il numero del telespettatore. CHIAMATE ROMA 3131 fu anche anticipatore del protagonismo televisivo del telefono, suggellato da Renzo Arbore con L’ALTRA DOMENICA.

Moccagatta riusciva sempre a trovare un argomento che catturava l’ascolto” ricorda Cesare Gigli che aggiunge: “una volta pose quesito: “lei quando scende o sale passa davanti al muso della macchina o dietro?” e con questo argomento andò avanti una settimana di programma”.  Nel libro di Raffaele Vincenti LA PRIMA VOLTA DEL TELEFONO. LA STORIA DEL 3131 DAL 1969 AL 1995 l’autore ha raccolto alcune testimonianza di persone che collaborarono con Moccagatta. Ricorda Cristina Cornara, la prima coordinatrice delle ragazze filtro: “Di Moccagatta ho un ricordo negativo, forse perchè ero ancora giovane, ingenua, piena di ideali: lo vedevo come una persona che sfruttava la situazione per i suoi fini. Forse ingigantivo gli aspetti negativi di Moccagatta proprio perchè avevo degli ideali e vedevo questa persona (alla quale non importava niente al di la di quelle sue profferte di stima, di fiducia, di partecipazione), come un’incredibile cinico. Boncompagni invece era un giocherellone, anche se poi la trasmissione la faceva con serieta’. Col passare degli anni mi sono resa conto che Moccagatta con il 3131, è stato l’anticipatore di un genere di trasmissione che a me non è mai piaciuto: il rapporto con gli ascoltatori mi annoia profondamente, perchè secondo me non dà nessun apporto interessante. Le telefonate degli ascoltatori non sono state un arricchimento, hanno portato invece ad un abbassamento della qualità delle trasmissioni. E’ il meccanismo dell’essere “guardone” che a me da fastidio e anche la persona che viene a piangere in trasmissioni mi dà sui nevi: perchè provo che non abbia una sua dignità e poi perchè tanto non risolve niente. Il 3131 mi annoiava profondamente: mi divertiva starci dentro, lavorarci, ma come trasmissione non mi piaceva”.  Così invece Maria Vittoria Piricò, che subentrò a Cristina Cornara, ricorda lo storico conduttore: “Moccagatta fu maestro di radio, dava il meglio di sè attraverso il microfono, un grande carisma. Chiuso il microfono era una persona seria, scrupolosa. Ogni giorno venivano contattati esperti di qualsiasi genere. Mi ricordo gli incontri telefonici, non dico quotidiani ma quasi, con Enzo Ferrari. Franco era affascinato da Ferrari, sembrava che fossero amici di vecchia data.”

Moccagatta è il signore incontrastato della trasmissione, una sorta di telefono amico, sportello aperto che dispensa consigli e solidarità, un “confessore a transistor” come lo definì il CORRIERE DELLA SERA, l’oracolo delle casalinghe.

http://www.youtube.com/watch?v=g2clQyIFDIc

Ma è all’inizio del 1971 che qualcosa si incrina: Moccagatta esterna le proprie inquietudini sul settimanale SEGNO, il 4 aprile 1971 il RADIOCORRIERE TV pubblica un lunghissimo articolo intitolato CHIAMATE ROMA 3131, il programma va in pausa estiva il 24 luglio, dovrebbe riprendere il 24 agosto, riprenderà dopo tre mesi, è il segnale di qualche disagio della trasmissione. Alla ripresa autunnale la trasmissione va in onda dalla Sala F., uno studio radiofonico che resterà legato alle sorti del 3131 fino al 1987.  L’attrito fra Moccagatta e la Rai comincia ad assumere sempre più lì’aspetto di un’imminente rottura. La popolarità del conduttore e l’eccessiva personalizzazione sono mal sopportate dal gruppo dirigente. La presenza di Anna Benassi, che avrebbe dovuto ammorbidire l’ingestibile Moccagatta non basta più. Si tenta di modificare la struttura della trasmissione con l’inserimento di altri personaggi, nella “sua” trasmissione Moccagatta non accetta interferenze, poi vi sono motivazioni economiche (riconoscimento dei diritti d’autore del programma, richiesta di un contratto giornalistico a tempo indeterminato), l’atmosfera è elettrica.  Nell’autunno 1972 inizia la terza edizione con una trasmissione divisa in due sezioni: una che si basa su colloqui bonari, sempre via telefono, sui problemi di tutti i giorni posti dagli ascoltatori; va in onda tre giorni la settimana e le chiacchierate al telefono le fa ancora Moccagatta, affiancato però da una voce nuova, quella di Enrico Vaime (autore di trasmissioni leggere), nei restanti giorni la trasmissione, con un tono più impegnato e serioso è condotta da Anna Benassi, che tratta di problemi di interesse generale: sport, spettacoli, cronaca, cultura, ed è affiancata da un personaggio della cultura selezionato fra i nomi più grossi della letteratura e della filosofia come Carlo Bo, Guido Calogero, Goffredo Parise, Diego Fabbri. Moccagatta accetta questi  cambiamenti che gli vengono imposti anche se continua a non spiegarsi l’ostilità del suo lavoro. SETTIMANA TV del 28 febbraio 1972 annuncia che la Rai è stata citata dal popolare conduttore a comparire in Tribunale per il riconoscimento dei propri diritti di lavoratore subordinato che non viene retribuito secondo i diritti contrattuali.  Venerdì 28 aprile 1972, alla fine di una telefonata con un’ascoltatrice, Moccagatta fa una dichiarazione misteriosa: “spero di continuare ad occuparmi dei problemi delle casalinghe, qui in radio e, se non sarà possibile, con l’industria privata, e per questo faccio pubblicita’”.  La Hellen Curtis italiana (cosmetici e prodotti di bellezza) ha contattato Moccagatta per il lancio di uno shampoo chiamato 3.1.3.1, il progetto prevede una proiezione nelle sale cinematografiche, ma è solo l’inizio, l’industria pensa ad un’edizione privata del 3131. Il 24 luglio 1972 va in onda l’ultima puntata di CHIAMATE ROMA 3131 condotta da Moccagatta che ricorda nel suo libro: “prima di uscire dagli edifici della Rai mi diedero la mano due dirigenti che mi davano anche del lei, il primo disse: “lei era troppo innamorato della sua trasmissione”, il secondo aggiunse: “che era una trasmissione come un’altra”.

Per i dirigenti Rai, Moccagatta non può essere lasciato solo in diretta: “se ne rendono conto i responsabili del programma, come si accorgono che lui non accetterebbe di avere accanto a sè, nella “sua” trasmissione, una figura forte che possa in qualche modo oscuralo. Così l’inesperta, giovane, bella ma anche dolce, discreta, rassicurante Anna Benassi da un giorno all’altro si ritrova nella trasmissione di punta della radio al fianco del conduttore più popolare.

Moccagatta inizia a collaborare con il settimanale ANNABELLA per il quale risponde telefonicamente alle lettrici, lo stesso fa con BOLERO TELETUTTO, la Vedette pubblica un lp intitolato IL NOSTRO 3131 sottotitolo CONFIDENZE DI FRANCO MOCCAGATTA. Una serie di brani parlati come MINI APPARTAMENTO, IL TUO TRAM, UFFICIO, DONNA NUOVA, REGALO, con tanto di commento musicale.

Ma Moccagatta come tutti gli anticipatori e le persone perbene non venne capito, si trovò coinvolto in mille polemiche e nel 1973 venne epurato dalla Rai, al centro di una polemica Moccagatta disse: “3131 non è nè mia nè della Rai, ma di Dio”, la cosa destò qualche perplessità, pari a quella che suscitò la frase di Ettore Bernabei, direttore generale della Rai, quando nel silenzio di una riunione lanciò un interrogativo: “e se Moccagatta si presentasse alle elezioni?”.  Un lungo silenzio, nessuno espresse la propria opinione, ma Moccagatta, peraltro, non si candidò nè allora nè in futuro.  Anche CHIAMATE ROMA 3131 senza Moccagatta diventò un’altra cosa, non tanto per i conduttori, tutti bravi, ma per l’impostazione della trasmissione e delle telefonate, che arrivarono allo sfogo e alle disgrazie raccontate in diretta dai radioascoltatori. Una sorta di “radio pianto” poi preso in giro con acuta ironia da Giorgio Gaber e Ombretta Colli con PAPARADIO

http://www.youtube.com/watch?v=cD5nd8S0FJ4&feature=PlayList&p=7439E394B50F1793&playnext=1&playnext_from=PL&index=40

Come ha ricordato Ninì Perno: “la trasmissione era stancante, anche per un professionista come Moccagatta. La confidenza con il pubblico che lui aveva instaurato era vista con sospetto, perplessità. Per Magli e Rispoli avrebbe dovuto esserci questo filtro freddo che non venne mai rispettato decretando comunque il successo della trasmissione che all’inizio aveva un milione di ascoltatori e che dopo sei mesi diventarono sei milioni. Con l’uscita di scena di Federica Taddei, Franco Moccagatta rimase solo con Gianni Boncompagni sempre più proiettato verso ALTO GRADIMENTO. Cominciata come una rubrica strettamente di servizio, nella quale i conduttori dovevano essere dei “passaparola” come era nelle intenzioni diLuciano Rispoli (che nel frattempo lascia la radio per la televisione), CHIAMATE ROMA 3131 prende sempre più la formula che solo un conduttore abile come Moccagatta può darle. Moccagatta non può essere lasciato solo in diretta: se ne rendono conto i responsabili del programma come si accorgono, dapprima gli affiancano Federica Taddei e Gianni Boncompagni.

Dal 1973 Moccagatta lavorò per la Radio della Svizzera Italiana, si trasferì quindi a Milano e lavorò per Radio Montestella, nel capoluogo lombardo abitò  in un residence in Corso di Porta Romana 56.  Gli ascolti di Radio Montestella  crebbero, Moccagatta venne quindi contattato anche dalle prime emittenti televisive private milanesi e iniziò a lavorare anche in tv. Condusse LA POSTA DI TAM su TeleALtoMilanese  e un talk-show domenicale in onda su Tv Derby, poi passò a Tvm66 con Il salotto di Franco Moccagatta, programma che si trasferì nella seconda metà degli anni ’80 su Bergamo Tv.  Nel 1981 il Comune di Milano conferì a Franco Moccagatta l’Ambrogino d’Oro, nella stagione 1981/1982 Moccagatta rientrò in Rai con la trasmissioni Ieri giovani, in onda su Radio2, continuò con IL SALOTTO DI FRANCO MOCCAGATTA su Bergamo Tv fino alla stagione 1986/87 e a lavorare come consulente della casa editrice Pedrocchi. Nel 1991, dopo la morte della moglie, si ritirò a vita privata. Maurizio Costanzo lo voleva ospite al suo MAURIZIO COSTANZO SHOW, Gigi Vesigna lo aveva contattato per proporgli di fare l’editorialista di TV SORRISI E CANZONI, ma Moccagatta gentilmente declinò queste offerte.   Franco Moccagatta è morto a Milano il 12 febbraio 2003.  Personalmente ho uno stupendo ricordo di Moccagatta, lo avevo incontrato a Radio Montestella,  io ero allora giovanissimo e guardavo Moccagatta come un maestro, lo ricordo come una persona perbene, affabile, allora noi giovani stavamo zitti e soltanto guardando potevamo imparare da siffatti maestri, i giovani d’oggi (nel mondo dello spettacolo, del giornalismo e non solo) pretendono di parlare e non ascoltano.  Noi di Storiaradiotv ci stiamo attivando per ricordare Moccagatta, un professionista che merita di essere ricordato e che avrebbe tantissimo da insegnare.

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